Disturbo da gioco d’azzardo: conoscere per prevenire la dipendenza
Il gioco è un argomento affascinante che occupa una parte importante della esistenza umana, essendo un aspetto fondamentale della vita dell’uomo e di tutte le sue età. Anche se non tutti lo hanno praticato allo stesso modo, non esiste persona che non abbia passato così una parte del suo tempo. Si gioca sempre ed a tutte le età, ma naturalmente i giochi e gli interessi variano. Il gioco d’azzardo consiste nello scommettere beni materiali, solitamente denaro ma non solo, su di un esito che dipende dal caso; tanto è che il termine “azzardo” deriva dall’arabo az-zahr, che significa dado, storicamente il gioco d’azzardo per eccellenza. La dipendenza da gioco d’azzardo (“gambling”) si colloca nel Manuale dei Disturbi Mentali (DSM-5) nell’area delle dipendenze patologiche. E’ caratterizzato dall’incapacità di resistere alla tentazione “persistente, ricorrente e maladattiva” di giocare somme di denaro elevate. Le conseguenze più dirette si rilevano nel deteriorarsi delle attività personali, familiari e lavorative. E’ possibile che il soggetto che soffre di dipendenza da gioco metta a repentaglio anche una relazione affettiva significativa, il lavoro o delle opportunità formative solo per perseguire nel gioco d’azzardo. Il disturbo da gioco d’azzardo (o dipendenza da gioco) presenta molte similitudini con il disturbo da uso di sostanze. Tra le quali: dipendenza dalla gratificazione, comportamento edonico (ricerca del piacere), impulsività nel prendere decisioni/sottovalutazione delle conseguenze, perdita di controllo, craving (bisogno irrefrenabile di ricercare il gioco), ricerca del rischio e tolleranza e astinenza. Il DSM-5 identifica i seguenti sintomi (almeno 4 sono necessari per la diagnosi): bisogno di una quantità crescente di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata (tolleranza); irrequietezza o irritazione a seguito di tentativi di riduzione o interruzione gioco (astinenza); ripetuti tentativi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere il gioco; preoccupazione per il gioco (pensieri persistenti sul gioco); spesso il gioco è preceduto da emozioni negative, ansia e depressione; dopo la perdita il soggetto è spinto a ritentare; mente per nascondere l’entità del coinvolgimento con il gioco; mette a repentaglio o perde una relazione significativa; conta sugli altri per procurarsi il denaro. La dipendenza da gioco può essere trattata, in particolar modo con percorsi mirati di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale e con terapia farmacologica. La psicoterapia cognitivo-comportamentale ha apportato notevoli contributi alla terapia delle dipendenze. In particolare si prefigge di favorire l’astinenza aiutando il paziente ad apprendere alcune strategie pratiche. Nello specifico consiste nell’analisi funzionale del gioco, nel riconoscimento delle situazioni in cui la persona è maggiormente vulnerabile al gioco, nell’ apprendimento di strategie pratiche per la gestione, nella psico-educazione sulle decisioni “apparentemente irrilevanti” (DAI) connesse al gioco, e nell’attuazione del training per la prevenzione delle ricadute
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